Essere uomini di pace

L’argomento è delicato perché potrebbe dare luogo a incomprensioni. Non s’intende spingere a rinunciare all’impegno sociale, anzi, si vuole stimolarlo mettendo in evidenza le qualità necessarie perché sia di successo. Quello della Visione Profonda è un punto di vista che non si oppone assolutamente all’azione giusta ed efficace per un mondo migliore.

Essere uomini di pace non consiste nel combattere il male del mondo come fatto personale, ma nel consumarlo al nostro interno attraverso la contemplazione di Anicca (Vipassana). Sorprendentemente, l’azione diventa precisa ed efficace anche all’esterno e in automatico.

Questa verità è sottile dove “sottile” significa che sta sotto altre verità più grossolane che non sono escluse, ma sono trascese in qualcosa che mentre le include, le sorpassa in un oltre.

Il significato di “consumare” il male del mondo, appare solo alla coscienza della Visione Profonda che arriva al meditatore quando ha acquisito un’energia mentale di concentrazione sufficiente per distinguere bene i fenomeni dentro di se e senza dissociarsene. Egli fa loro spazio nel proprio corpo e nella propria mente e permette loro di fare quello che fanno cioè sorgere e dissiparsi nell’attimo presente, mentre in contemporanea le parti reattive e inconsce della mente lavorano in senso contrario.

Quello che si comprende nella Visione Profonda è che dove si mette attenzione lì si sta dando energia, forza e nutrimento.

Se si contatta il male e lo si combatte, gli si sta dando attenzione, energia e nutrimento, quindi lo si accumula anche se l’intenzione è quella di eliminarlo.

Tramite la Visione profonda si percepisce da se stessi che ogni fenomeno è per sua natura un qualcosa che appare mentre si sta dissipando, con una velocità di apparizione e dissipazione nell’istante così veloce e continua, da apparire alla mente “normale” come consistente e permanente. La capacità percettiva della Visone Profonda permette di distinguere esperienzialmente il flusso degli istanti di ogni momento di vita ed espone alla consapevolezza il dramma della vita umana che, per il fatto di non accorgersi di questa profonda verità, si aggrappa di continuo sia a ciò che si vorrebbe sia a ciò che non si vorrebbe. Il “vorrei” o il “non vorrei” sono espressione dell’ignoranza percettiva di base della verità di Anicca o impermanenza o deperimento.

Essere uomini di pace non significa non agire o non fare la giusta azione per quanto forte essa potrebbe essere nel momento che la richiede, ma piuttosto di farla non come reazione personale ma come semplice Dharma che a volte può anche essere irato, ma mai è personalizzato e comunque vuole solo il bene ed è pieno di compassione.

Tutto dipende dall’intento che dovrebbe essere fondato sulla Visione Profonda di Anicca e non sulla reazione personale grossolana.

Quando si agisce per dhamma, l’azione diventa fluida, giusta e forte come se non fosse nostra. Essa avviene semplicemente attraverso di noi in modo spontaneo ed è sentita come vera e “sostenuta” da forze più grandi di noi. A volte può essere anche violenta e aggressiva, ma mai personale.

Facciamo quindi l’azione che serve, ma non accumuliamo rabbia a rabbia, odio a odio, pensando che la nostra rabbia sia più giusta di quella degli altri, ma neanche facciamo i santini dissociandoci dai nostri sentimenti. Sentiamoli bene dentro il nostro corpo come un fuoco che brucia (Anicca) e rimaniamo umani e vivi.

Guardiamo il dissiparsi del mondo attraverso l’esperienza continua del nostro stesso corpo-mente e lasciamo avvenire questo processo di liberazione che avviene di per se semplicemente perché è nella natura delle cose che “le forme” svaporino di attimo in attimo consumando il carico del Karma personale e collettivo.

Facciamo quindi l’azione che serve guidati dalla Visione Profonda che percepisce di momento in momento il flusso della vita in quanto tale, a prescindere dai suoi contenuti specifici.

Accumuliamo Visione Profonda in modo equilibrato, dando valore a tutto, alla meditazione in primis ma anche a ogni manifestazione di vita che vuole gioia e contentezza. Non preoccupiamoci di sporcarci le mani godendo del mondo, ma facciamolo con la consapevolezza continua di Anicca.

Continuiamo a coltivare Anicca attraverso la Visione Profonda (Vipassana) e lasciamo che la liberazione si instauri dentro di noi. Dobbiamo avere pazienza, i processi a volte sono veloci, a volte lenti, noi non ne siamo in controllo, ma avvengono, basta guardarli mentre accadono. Impariamo a guardarli accumulando energia dentro di noi, diventando molto percettivi e contemporaneamente molto rilassati.

Non possiamo essere freschi in un mondo che brucia, ma se consumiamo il nostro personale bruciore nel fuoco della nostra consapevolezza, stiamo spegnendo anche il bruciore del mondo e contemporaneamente stiamo creando le condizioni per l’emergere della giusta e a volte imprevedibile azione.

Settembre 2014,
Edoardo Parisi