di Sayagi Thray Sithu U Ba Kin
Anicca, Dukkha e Anatta (Impermanenza, Sofferenza e Mancanza del Sé) sono i tre elementi essenziali dell’insegnamento del Budda. Se conoscete Anicca nel modo corretto, di conseguenza conoscete Dukkha come suo corollario ed Anatta come verità ultima. Ci vuole del tempo per comprendere le tre insieme.
Anicca, naturalmente, è il fattore essenziale che deve essere prima di tutto sperimentato e compreso con la pratica. La sola conoscenza teorica del Damma del Budda non è sufficiente per la comprensione corretta di Anicca, poiché manca l’aspetto esperienziale. E’ solo attraverso la comprensione (tramite l’esperienza) della natura di Anicca come un processo in voi stessi sempre mutevole che potete comprendere Anicca nel modo in cui il Budda vorrebbe che voi lo comprendiate. Questa comprensione di Anicca può essere sviluppata, come al tempo del Budda, da persone che non hanno alcuna conoscenza teorica del Buddismo.
Per comprendere Anicca, si deve seguire rigorosamente e diligentemente l’Ottuplice Sentiero Nobile, che è diviso in tre parti: Sila, Samadi e Panna (Moralità, Concentrazione e Saggezza).
Sila o il vivere virtuosamente è la base per Samadi, controllo della mente che porta alla focalizzazione su un punto. E’ solo quando Samadi è buona che si può sviluppare Panna.
Così, Sila e Samadi sono i requisiti per ottenere Panna.
Panna consiste nella comprensione di Anicca, Dukkha ed Anatta attraverso la pratica di Vipassana.
Non ha importanza che sia esistito un Budda o no, la pratica di Sila e Samadi è presente nel mondo umano. Infatti, Sila e Samadi sono il comune denominatore di tutte le fedi religiose. Esse, comunque, non sono mezzi sufficienti per raggiungere la meta del Buddismo, ovvero la fine della sofferenza. Il Principe Siddharta –il futuro Budda -, nella sua ricerca per la fine della sofferenza, scoprì il modo per trovare il cammino che conduce al termine della sofferenza. Dopo un duro lavoro di sei anni, egli trovò la via d’uscita: diventò completamente illuminato e quindi insegnò agli uomini e agli dei come seguire il cammino che li avrebbe portati alla fine della sofferenza.
A questo punto dovremmo capire che ogni azione -opera, parola o pensiero- lascia dietro di se una forza di azione, Sankara (o Kamma in termini semplici) che va sul conto dei crediti o debiti dell’individuo secondo che l’azione sia stata buona o cattiva. Quindi, ognuno ha un’accumulazione di Sankara che diventa la sorgente di rifornimento di energia per mantenere la vita che è seguita inevitabilmente dalla sofferenza e della morte.
E’ attraverso lo sviluppo del potere intrinseco alla comprensione di Anicca, Dukkha ed Anatta, che si è in grado di liberarsi dei Sankara che si accumulano sul proprio conto personale. Questo processo inizia con la corretta comprensione di Anicca, mentre di volta in volta e di giorno in giorno avvengono ulteriori accumulazioni di azioni fresche e la riduzione del rifornimento di energia per mantenere la vita. Si tratta quindi di una faccenda che riguarda una vita intera, o più vite, per liberarsi da tutte le proprie Sankara. Colui che si è liberato di tutte le Sankara raggiunge la fine della sofferenza, poiché a quel punto non ha più alcuna Sankara che gli possa dare l’energia vitale necessaria a mantenerlo in una qualsiasi forma di vita. Questa fine della sofferenza è raggiunta dai Budda e dagli Arahant (i completamente illuminati) al termine delle loro vite, quando essi passano in Pari-Nibbana. A noi che pratichiamo la meditazione Vipassana basterà comprendere sufficientemente bene Anicca, tanto da raggiungere il livello di un Ariya (cioè il Nobile dei tempi andati) cioè un Sotapanna “Colui che entra nella corrente” e che non vivrà più di sette vite prima di raggiungere la fine della sofferenza.
Questa Anicca che apre la porta alla comprensione di Dukkha ed Anatta, e poi infine conduce al termine della sofferenza, può essere compresa in modo corretto solo attraverso gli Insegnamenti di un Budda o, fintantoché gli Insegnamenti relativi all’Ottuplice Sentiero Nobile ed ai 37 Fattori di Illuminazione rimangono intatti e disponibili all’aspirante.
Per progredire nella meditazione Vipassana uno studente deve mantenere la comprensione di Anicca il più continuamente possibile. Il Budda consigliava i monaci di provare a mantenere la consapevolezza di Anicca o Dukkha o Anatta in tutte le posizioni, mentre erano seduti o stavano in piedi o camminavano od erano distesi. La continuità della consapevolezza di Anicca e così di Dukkha e di Anatta è il segreto del successo.
Le ultime parole del Budda proprio prima di dare l’ultimo respiro e passare in Maha Pari-Nibbana furono: “Deperimento od Anicca è intrinseco a tutte le cose. Lavorate per la vostra salvezza con diligenza”.
Questa, infatti, è l’essenza di tutti i suoi insegnamenti durante i 45 anni della sua missione. Se riuscite a mantenere la consapevolezza di Anicca, che è inerente a tutte le cose, siete sicuri di raggiungere la meta nel corso del tempo.
Nel frattempo, mentre progredite nella comprensione di Anicca, la vostra conoscenza intima di “quale cosa della natura è vera” diventerà sempre più ampia. Tanto ampia che infine non avrete alcun dubbio sulle tre caratteristiche di Anicca, Dukkha ed Anatta. E’ solo allora che sarete nella posizione di andare avanti per raggiungere la meta. Ora che conoscete Anicca come il primo fattore essenziale, dovete provare a comprendere ciò che è Anicca con assoluta chiarezza ed il più estesamente possibile, in modo da non confondervi nel corso della pratica o discussione.
Il significato vero di Anicca è Impermanenza o Deperimento cioè la natura di impermanenza e deperimento inerente ad ogni cosa, animata od inanimata, che esiste nell’universo.
Per rendere facile il mio lavoro di spiegazione alla generazione di oggi, richiamo l’attenzione alle prime frasi del capitolo “Atomic Contents” nel libro “Inside the Atom” di Isaac Asimov ed anche ad una parte del contenuto a pagina 159 di detto libro riguardante le reazioni chimiche che hanno luogo contemporaneamente in tutte le parti del corpo di una creatura vivente come un essere umano.
Questo dovrebbe essere sufficiente a rendere familiare il punto di vista che tutte le cose, diverse che siano, sono composte da piccole particelle chiamate “atomi”. La scienza ha provato che questi atomi sono in uno stato di apparizione e dissoluzione e cambiamento. Tale concetto va d’accordo con quello del Budda, ossia che tutte le cose sono soggette a cambiamento, deperimento od Anicca.
Il Budda disse che il comportamento crea materia e la materia conosciuta dal Budda è molto più piccola dell’atomo che è stato scoperto dalla scienza dei nostri giorni.
Il Budda insegnò ai suoi discepoli che ogni cosa che esiste a livello di Materia, è composta di Kalapa. Le Kalapa sono unità di materia, molto più piccole degli atomi, e ciascuna di loro muore quasi immediatamente dopo essere nata. Ogni Kalapa è una massa formata dagli otto elementi basici costituenti la materia: il solido, il liquido, il calorico e la vibrazione, insieme a colore, odore, gusto ed essenza nutritiva. I primi quattro che sono chiamati qualità primarie e sono predominanti in una Kalapa. Gli altri quattro sono esclusivamente secondari e dipendono e nascono dai precedenti elementi. Una Kalapa è la particella più piccola sul piano fisico ed è ancora oltre la conoscenza della scienza di oggi. La grandezza di una Kalapa è di 1/46.656 parte di una particella di polvere sulla ruota di un carretto nell’estate dell’India. E solo quando gli otto elementi naturali basici costituenti la materia si uniscono insieme, che si forma una Kalapa. In altre parole, la coesistenza di questi otto elementi naturali di comportamento in un solo momento crea una massa, che nel Buddismo é chiamata Kalapa. La durata di una Kalapa è definita un “momento ” e si dice che ci sono mille miliardi di tali momenti nel batter d’occhio di un essere umano. Queste Kalapa sono tutte in uno stato di cambiamento continuo o in uno stato di flusso. Uno studente avanzato nella meditazione Vipassana le può sentire come una corrente d’energia.
Il corpo umano non è un’entità solida e stabile come sembra essere, ma un continuum formato dalla coesistenza di materia (Rupa) e delle forze mentali (Nama).
Sapere che il nostro corpo è composto da piccole Kalapa, tutte in uno stato di cambiamento, è sapere ciò che è vero sulla natura di cambiamento o deperimento. Questa natura di cambiamento e deperimento (Anicca), causata dal continuo disintegrarsi e sostituirsi di Kalapa, tutte in uno stato di combustione, deve essere necessariamente identificata come Dukkha, la verità della sofferenza. E’ solo quando sperimentate impermanenza (Anicca) come (Dukkha) sofferenza che arriverete alla comprensione della Verità della Sofferenza, la prima delle quattro Nobili Verità sulle quali è stata messa tanta enfasi negli insegnamenti del Budda. Perché? Perché‚ quando vi rendete conto della natura più nascosta, più fine di Dukkha, dalla quale non potete fuggire neppure per un momento, avete paura, siete disgustati e non disposti a vivere l’esistenza con Rupa e Nama e quindi cercate un modo per uscirne per raggiungere uno stato che si trova oltre Dukkha, verso Nibbana dove la sofferenza finisce.
Sarete capaci di assaggiare a che cosa assomiglia la fine della sofferenza anche come esseri umani, quando raggiungerete il livello di Sotapanna e, se poi svilupperete ulteriormente, praticando, raggiungerete lo stato incondizionato di Nibbana, la Pace dentro di voi. Ma anche nella vita quotidiana, vi accorgerete da soli, quando sarete in grado di mantenere concretamente la comprensione di Anicca, che dentro di voi sta accadendo un cambiamento in meglio, sia fisico sia mentale.
Prima di entrare nella pratica della meditazione Vipassana, ossia dopo che Samadi è stata sviluppata fino ad un livello adeguato, uno studente dovrebbe aver familiarità con la conoscenza teorica delle proprietà materiali e mentali, Rupa e Nama. Se le ha comprese bene in teoria ed è arrivato al livello adeguato di Samadi, è molto probabile che egli comprenda Anicca, Dukkha ed Anatta nel vero senso delle parole di Budda.
Perché nella meditazione Vipassana non solo si contempla la natura mutevole di Materia, ma anche la natura mutevole di Mente (gli elementi-pensiero di attenzione verso il processo di cambiamento che si sviluppa nella materia). A volte l’attenzione sarà focalizzata sull’impermanenza del lato materiale dell’esistenza (Anicca di Rupa). A volte l’attenzione sarà focalizzata sull’impermanenza del lato mentale dell’esistenza –o elementi-pensiero- (Anicca di Nama). Quando si contempla Anicca di Rupa, ci si rende anche conto che gli elementi-pensiero che appaiono simultaneamente alla consapevolezza di Anicca di Rupa sono pure in uno stato di transizione o cambiamento. In questo caso conoscerete Anicca di Rupa e Nama insieme.
Tutto ciò che ho detto fino ad ora è in relazione alla comprensione di Anicca, attraverso le sensazioni corporee, del processo di cambiamento di Rupa e degli elementi-pensiero che dipendono dal suddetto processo di cambiamento. Voi dovreste sapere che Anicca può essere compresa anche attraverso altri tipi di sensazione.
Anicca può essere contemplata attraverso sensazioni:
1) – Con il contatto di una forma visibile con l’organo sensoriale dell’occhio;
2) – Con il contatto del suono con l’organo sensoriale dell’orecchio;
3) – Con il contatto dell’odore con l’organo sensoriale del naso;
4) – Con il contatto del gusto con l’organo sensoriale della lingua;
5) – Con il contatto del tatto con l’organo sensoriale del corpo;
6) – Con il contatto del pensiero con l’organo sensoriale della mente.
Infatti, si può sviluppare la comprensione di Anicca attraverso uno qualsiasi dei sei organi sensoriali. In pratica, comunque, noi abbiamo trovato che fra tutti i tipi di sensazione, la sensazione di contatto con le varie parti del corpo in un processo di cambiamento offre una vasta zona di meditazione introspettiva. Inoltre la sensazione di contatto per tatto (tramite attrito, radiazione e vibrazione di Kalapa) con le varie parti del corpo è più evidente di altri tipi di sensazione e quindi chi inizia la meditazione Vipassana può arrivare alla comprensione di Anicca più facilmente attraverso la sensazione corporea della natura di cambiamento di Rupa. Questa è la ragione principale per cui abbiamo scelto la sensazione corporea come mezzo per una veloce comprensione di Anicca.
Ognuno è libero di provare altri mezzi, ma io sono dell’avviso che uno dovrebbe comprendere bene Anicca attraverso la sensazione corporale, prima di provare un altro approccio attraverso altri tipi di sensazione.
Ci sono dieci livelli di conoscenza in Vipassana:
1 – riconoscimento teorico di Anicca, Dukkha ed Anatta attraverso osservazione ed analisi accurate;
2 – conoscenza dell’apparire e dissolversi di Materia e Mente tramite osservazione diretta;
3 – conoscenza del veloce cambiamento della natura di Materia e Mente – come un rapido flusso di corrente od una corrente d’energia: in particolare, chiara consapevolezza dello stato di dissoluzione (Banga);
4 – conoscenza del fatto che quest’esistenza e terribile;
5 – conoscenza del fatto che questa esistenza è piena di miseria;
6 – conoscenza del fatto che questa esistenza è disgustosa;
7 – conoscenza del bisogno e del desiderio urgente di fuggire da questa esistenza;
8 – conoscenza del fatto che è giunto il tempo per lavorare per la realizzazione della liberazione, tenendo Anicca come base;
9 – conoscenza del fatto che è giunto il momento di distaccarsi da tutti i fenomeni condizionati (Sankara) e di rompere con l’egocentrismo;
10 – conoscenza che accelera il tentativo di raggiungere la meta.
Questi sono i livelli di conseguimento attraverso i quali si passa durante il corso di meditazione Vipassana, livelli che vengono conosciuti solo in retrospettiva da coloro che raggiungono la meta in un breve tempo. Con il progresso nella comprensione di Anicca, si passa attraverso questi livelli di conseguimento che, comunque, sono soggetti ad adattamenti od aiuti –a certi livelli- da un maestro competente. Si dovrebbe evitare di aspettarsi tali conseguimenti in anticipo, perché ciò distrae dalla continuità della consapevolezza di Anicca, la sola che può dare la ricompensa desiderata.
Ora affrontiamo la meditazione Vipassana dal punto di vista di una persona comune nella vita di tutti i giorni e dimostriamo il beneficio che può ricevere da essa, qui ed ora, durante questa vita.
L’oggetto iniziale della meditazione Vipassana è quello di mettere in azione l’esperienza di Anicca in se stessi ed infine raggiungere uno stato di calma ed equilibrio interno ed esterno. Questo viene raggiunto quando ci si lascia assorbire dalla sensazione di Anicca dentro di sé.
Il mondo, ora, sta affrontando problemi seri che minacciano tutta l’umanità. E’ proprio il momento giusto per apprendere la meditazione Vipassana ed imparare a trovare un profondo lago di pace fra tutto ciò che sta accadendo oggi. Anicca è dentro ad ognuno. E’ alla portata di ognuno. Con una sola occhiata in se stesso si sperimenta Anicca. Quando si può sentire, sperimentare, farsi assorbire da Anicca, si può uscire dal mondo esteriore delle idee ogni volta che si vuole. Anicca è, per l’uomo comune, la gemma preziosa della vita che egli conserverà con cura per creare una riserva d’energia calma ed equilibrata per il suo benessere personale e per il bene della società.
Anicca, quando è sviluppata adeguatamente, colpisce le radici delle proprie malattie fisiche e mentali ed elimina gradualmente ciò che è nocivo: le sorgenti di tali malattie fisiche e mentali.
Al tempo del Budda c’erano circa 90 milioni di persone in Savathi e posti d’intorno, nel regno di Pasenadi Kosala; 50 milioni di loro erano Ariya (Nobili), cioè erano passati nella corrente di Sotapanna. Il numero di persone comuni che apprese la meditazione Vipassana deve essere stato senz’altro maggiore.
Anicca non è riservata a persone che hanno rinunciato ai piaceri del mondo per una vita senza dimora. E’ anche per le persone comuni. Ai giorni d’oggi, la persona comune, invece di ritirarsi e rendersi sempre più inquieta, può andare da un maestro o guida competente che può aiutarla a mettere in funzione Anicca in un periodo relativamente breve. Una volta che Anicca è messa in funzione, tutto ciò che si deve fare è sperimentarla e preservarla, ma ci si deve anche proporre di lavorare per raggiungere lo stato di Banga – il terzo livello di conoscenza in Vipassana – non appena il tempo e l’occasione si presentano per un progresso ulteriore. Se si raggiunge questo livello il problema sarà minimo o forse inesistente, poiché‚ allora si dovrebbe essere capaci di sperimentare Anicca senza molto sforzo e quasi automaticamente.
In questo caso Anicca diventerà la base, alla quale si ritorna non appena i bisogni domestici quotidiani d’attività mentali e fisiche sono soddisfatti.
Naturalmente ci sono alcune difficoltà per chi non ha ancora raggiunto il livello di Banga. Egli proverà in se stesso un vero e proprio tiro alla fune fra Anicca all’interno, e le attività fisiche e mentali fuori dal corpo. Quindi, per lui, sarebbe saggio seguire il motto di “lavora mentre lavori – gioca mentre giochi”. Non ha bisogno di mettere continuamente in funzione Anicca, dovrebbe essere sufficiente se si limita al periodo o periodi regolari del giorno o della notte adibiti a tale scopo. Almeno durante tali periodi, dovrebbe essere fatto un tentativo per mantenere all’interno del corpo l’attenzione alla comprensione esclusiva di Anicca, cioè la comprensione di Anicca dovrebbe essere, di momento in momento, così continua da non permettere alcuna intrusione di pensieri distraenti o continuamente mutevoli, i quali sono assolutamente nocivi al progredire. Nel caso in cui questo non sia possibile si dovrebbe ritornare al respiro consapevole, poiché Samadhi è la chiave alla contemplazione di Anicca.
Per ottenere una buona Samadhi, Sila deve essere perfetta, poiché Samadhi è costruita su Sila. Per sperimentare una buona Anicca, Samadhi deve essere buona. Se Samadhi è eccellente la comprensione di Anicca diventerà eccellente.
Non c’è alcuna tecnica speciale per mettere in funzione Anicca, eccetto l’uso della mente che osserva l’oggetto della meditazione con un equilibrio ed una attenzione perfetti. In Vipassana l’oggetto della meditazione è Anicca e quindi coloro che sono abituati a portare la propria attenzione sulle sensazioni del corpo, possono provare Anicca direttamente. Nello sperimentare Anicca relativamente al corpo, è bene che dapprima ci si concentri su zone dove l’attenzione può essere assorbita più facilmente e poi è bene spostare l’attenzione da un posto all’altro, dalla testa ai piedi, dai piedi alla testa ed a volte provare all’interno. A questo punto, deve essere chiaro che non deve essere data alcuna attenzione all’anatomia del corpo ma alle formazioni della materia (Kalapa) ed alla natura del loro cambiamento costante.
Se queste istruzioni sono osservate, ci sarà sicuramente progresso, ma il progresso dipende anche dalle parami o Perfezioni (attitudine a raggiungere certe qualità spirituali) e dalla devozione dell’individuo verso il lavoro della meditazione. Se egli raggiunge alti livelli di conoscenza, il suo potere per comprendere le tre caratteristiche di Anicca, Dukkha ed Anatta aumenterà ed egli, di conseguenza, si avvicinerà sempre di più alla meta dell’Ariya (il Nobile), alla quale ogni persona comune dovrebbe mirare.
Questa è l’era della scienza. Gli uomini oggi non hanno alcuna utopia. Essi non accettano alcuna cosa almeno che il risultato non sia buono, concreto, vivo, personale e qui ed ora.
Quando il Budda era in vita, disse ai Kalama:
“ Prestate attenzione, o Kalama, Non fatevi sviare da notizie, tradizioni o sentiti dire. Non fatevi sviare dalla bravura nella conoscenza dei testi sacri, o dai ragionamenti, dalla logica, dal riflettere su qualche teoria ed approvarla, o perché alcune idee sono d’accordo con le proprie tendenze o a causa del rispetto dovuto al prestigio di un maestro. Ma quando riconoscete, tramite la vostra stessa esperienza, che queste cose sono nocive, queste cose sono da biasimare, queste cose sono criticate dal saggio, allora –o Kalama – avendole praticate ed osservate, non seguitele. Ma quando riconoscete tramite la vostra stessa esperienza che queste cose non sono censurabili, queste cose sono lodate dall’intelligente, queste cose, quando praticate ed osservate, conducono a benessere e felicità, allora –o Kalama – avendole praticate ed osservate, seguitele”.
La pendola di Vipassana ha iniziato a battere i colpi; e questo è per la rinascita del Damma del Budda con la pratica di Vipassana. Non abbiamo alcun dubbio che risultati sostanziali matureranno per coloro che, con una mente aperta, sinceramente si sottometteranno ad un corso di apprendimento con un maestro competente. Voglio dire risultati che saranno accettati come buoni, concreti, vividi, personali, qui-ed-ora; risultati che li manterranno in uno stato di buona salute ed in uno stato di benessere e felicità per il resto della loro vita.
Che tutti gli esseri siano felici e che la Pace possa prevalere nel mondo.