Vipassana indica la profondità e l’estensione delle Visione da quella intellettuale superficiale e meccanica dei fenomeni grossolani nello stato di veglia, a quella più sottile e diretta dell’intuito e dell’insight, fino alla “Pura Conoscenza, “Puro Essere” e “Puro Amore” (che sono la stessa cosa vista da angoli diversi) oltre i fenomeni condizionati.
Un ritiro Vipassana è un percorso di 9 o 10 giorni che destruttura in parte i nostri vecchi schemi concettuali, personali e collettivi, quelli attraverso i quali concepiamo il mondo e noi stessi, per fare spazio a nuove modalità di Essere, e portare autenticità, integrazione e benessere su ogni piano della vita, quella reale, di tutti i giorni (e … anche quello dell’ultimo giorno).
L’insegnamento è vivo perché si esprime sempre in modo nuovo ed esplora sempre più approfonditamente in termini di esperienza diretta, ciò che chiamiamo “la nostra vita”, le sue regole, le schiavitù inconsce che la imbrigliano, la liberazione dalla sofferenza.
L’insegnamento è vivo anche perché nei ritiri residenziali viene praticato da ciascuno di noi, di ora in ora, con pazienza e compassione, all’interno di un “laboratorio interiore” individuale e collettivo (Sanga) protetto e guidato.
L’Esperienza più la Comprensione porta Trasformazione.
Quando l’esperienza non solo è esperita ma è anche chiaramente “compresa”, solo allora la vita cambia perché la vita è un tutt’uno con la consapevolezza, anzi è fatta di consapevolezza e poiché Consapevolezza e Amore sono la stessa cosa (piano cognitivo e piano affettivo) allora la vita si scalda di tenerezza e ciò è indubitabile, basta sperimentarlo.
L’insegnamento deriva dalla pratica e dalla guida ed è a favore di noi stessi ma anche e soprattutto del benessere materiale e immateriale di tutto il mondo – che sembra “fuori” in tempo e spazio, ma che in realtà è dentro di noi nell’Adesso -.
Metteremo in pratica l’insegnamento graduale del Bhudda per renderci sempre più disponibili a questa “Visione Profonda” che, benché sia sempre con noi, è velata da condizionamenti concettuali, affettivi e fisici che sentiamo anche come vere e proprie strutture fisiche più o meno dure nel corpo. Si stratta solo di allentare le griglie di queste strutture di condizionamento attraverso la pratica paziente e amorevole di Vipassana perché la Visione emerga.
Esploreremo le tre caratteristiche di ogni esperienza (Anicca = impermanenza, Dukkha = sofferenza, Anatta = inconsistenza) così come messe in luce dal Bhudda attraverso un linguaggio moderno e semplice che rispecchi la psicologia di oggi, evitando la trappola di parole scontate e abusate a cui siamo assuefatti e che ormai penetrano poco e che tuttavia rispetti l’autenticità dell’insegnamento millenario del Buddha.
Un caro saluto a tutti e un sincero ringraziamento per condividere il percorso di vita.