Consapevolezza e Vipassana

di Edoardo Parisi (Maroggia, Novembre 2006)

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Vipassana    (“Insight”, conoscenza profonda, penetrativa, intuitiva)

 

Attraverso la pratica di Vipassana si sviluppa la propria “Saggezza”.

Cosa è la propria Saggezza?

Cominciamo col dire che è una forma di conoscenza diversa da quella cui siamo abituati e che consideriamo normale. E’ più profonda, radicata nel silenzio, immediata, diretta, non concettuale, che penetra la realtà nei suoi livelli dell’essere.

E’ ricca di gioia e tiene conto del tutto in una comprensione globale istantanea al di là dello sminuzzamento intellettuale con cui ci raccontiamo normalmente la vita.

E’ uno stato di coscienza diverso che pochi conoscono in modo pieno e cosciente, a cui pochi accedono volotariamente, a cui molti oggi sono chiamati perché i tempi sono maturi.

Potremmo definirla “conoscenza profonda, intuitiva e “diretta” della realtà, oltre l’intelletto, post concettuale, capace di cogliere la realtà di Mente e Materia nella sua forma base e quella manifesta.  In un colpo solo.

Si perviene a conoscere “direttamente” quelle che sono le 3 fondamentali qualità di ogni fenomeno senza perdere di vista il fenomeno stesso nella sua “normalità” e capacità di allettare i sensi.

Le 3 fondamentali qualità sono:

  1. Anicca (intrinseca e continua mutevolezza, nascita e decadimento istantaneo, impermanenza, continua trasformazione)
  2. Dhukka, (intrinseca incapacità di dare soddisfazione duratura, appartenenza al campo della sofferenza).
  3. Anatta, (senza realtà a se stante, incontrollabilità, ingovernabilità, vacuità).

Non è nichilismo, la realtà esiste, ma è un flusso inafferrabile allo stesso modo di un fiume che non esiste in se stesso se non come concetto.

Man mano che questa saggezza si instaura nella nostra coscienza, emergono chiarezza di mente e gioia spontanea.

Si comincia ad uscire dal campo della identificazione che implica per sua natura sofferenza.

Si diventa più capaci e sensibili, meno attaccati a bramosia ed avversione che ci legano re attivamente agli eventi e generano per ciò stesso Sofferenza

Si diventa meno reattivi e condizionati dalle precedenti esperienze.

L’inconscio si alleggerisce.

La pratica introspettiva di autoconoscenza, richiede una mente ragionevolmente calma e tranquilla, capace di stare nel presente, di essere naturalmente concentrata, silenziosa ed allerta,  raccolta all’interno rispetto ai molteplici “normali” pensieri, emozioni ed attività rivolte all’esterno

Si ricostituisce cioè il potere della mente che normalmente è disperso nel flusso della sua indiscriminata attività per esercitare la capacita di stare nel reale di questo momento, piuttosto che nei mondi virtuali e negli scenari della nostra mente.

A questo scopo si pratica la meditazione concentrativa “Anapana” sul respiro, in modo preliminare alla Vipassana vera e propria.

Così facendo, si ottiene in “breve “ la mente necessaria a Vipassana.

Con Anapana, si porta, con assiduità, l’attenzione ad un piccolo punto della nostra fisiologia nell’intorno delle narici, sentendo il tocco della inspirazione e della espirazione, stimolando così le cellule nervose della pelle, risultando ciò in una sensazione di quel momento, non prima e non dopo l’avvenire del tocco.

Con Anapana si sviluppano 3 qualità, fondamentali tipiche di una mente efficace:

  1. Giusta capacità di sforzo o applicazione, ossia l’essere rilassati e “distaccati” mentre contemporaneamente si applica energia di intenti nell’azione.
  2. Giusta consapevolezza ossia “la capacità della mente di stare silenziosamente presente, ricettiva di ciò che accade ai nostri sensi nel momento presente”.   Non è una attività elaborativa della mente od una opinione sui fatti (essere consapevoli di…), ma piuttosto è una coscienza diretta della realtà attimo dopo attimo, attraverso la porte dei sensi (in particolare il tatto).

La mappa mentale della realtà si forma in modo automatico come conseguenza.

  1. Giusta concentrazione ossia la capacità di essere concentrati con continuità ininterrotta su un oggetto di osservazione piccolo a piacere per un intervallo di tempo lungo quanto si voglia.

Anapana, oltre che essere un mezzo formidabile per stare nel presente diretto ci permette di notare “quanto” la nostra mente sia catturata ed identificata in pensieri descrittivi della realtà sostituendosi alla stessa o da emozioni a cui siamo in continuo inconsapevolmente reattivi.

Spesso nella vita di tutti i giorni si cerca come soluzione allo stress ed alla sofferenza, la distrazione e l’inconsapevolezza.

Si ignora che la consapevolezza è uno dei due strumenti fondamentali per la purificazione profonda del nostro sistema psicofisico.

Si ignora e si dimentica che quando la mente è pura, essa genera in modo naturale felicità, gioia e potere di fare ed agire efficacemente.

L’uomo possiede per natura questo tipo di mente chiara, felice e capace, e contemporaneamente questa stessa mente è normalmente è oscurata da pensieri, emozioni, sensazioni accumulati nel tempo.

A loro volta i pensieri sono rinforzati da ogni nuovo pensiero ed azione non consapevoli.

Inconsciamente l’uomo desidera e sa che potrebbe aspirare a gradi elevati di felicità e potere ed inconsciamente soffre la insoddisfazione di una vita depressa, non all’altezza del proprio potenziale.

Il secondo strumento per la purificazione della mente è la capacità di lasciare andare, di “surrender”, quella che viene chiamata ”Equanimità” ovvero la capacità di essere sensibili e responsabili e nello stesso tempo equilibrati e non identificati con le proprie emozioni.

Consapevolezza ed Equanimità sono come le 2 ali di un uccello che vola diritto e veloce nel cielo.

Qualunque pratica si faccia, meditare significa esercitare giusta consapevolezza ed equanimità nel momento presente, per la purificazione della mente.

Quando la mente è diventata “abbastanza” tranquilla ed acuta tramite l’esercizio di Anapana, allora si sposta la propria attenzione sulle sensazioni tattili di ogni parte del corpo.

Contemporaneamente si conoscono le sensazioni sottili mentali di avversione o bramosia, nel loro nascere e dispiegarsi, quando si percepiscono le sensazioni del corpo.

Questo è il processo di Vipassana vera e propria.

Ogni input mentale di volontà (la maggior parte delle volte inconscia e compulsiva) è  un movimento energetico, proporzionale alla forza con cui è emesso, che comprime e raddensa l’energia del nostro sistema sia a livello della mente che del corpo, dando luogo a rigidezza nel carattere e nel corpo.

Nel lungo periodo, queste congestioni energetiche possono dare luogo, anche a vari scompensi o malattie.

Questo processo avviene a livello inconscio contemporaneamente alla incisione nel nostro inconscio di ulteriori condizionamenti.

Quando invece dalla nostra volontà non sono dati input reattivi di evitamento o trattenimento delle sensazioni, le nostre energie congestionate possono defluire permettendo una naturale dissipazione, leggerezza e liberazione. La mente diventa limpida, chiara e divina.

La purificazione e la disintossicazione avvengono perché, avendo sviluppato un minimo di consapevolezza ed equanimità, si è in grado di non reagire alle proprie sensazioni piacevoli o spiacevoli per  trattenerle od  allontanarle, permettendo che i naturali processi di spontaneo dissolvimento delle energie congestionate e cioè autoguarigione e “autodisintossicazione”, avvengano ai vari livelli del nostro sistema.

Con questa purificazione si instaurano spontaneamente maggior Consapevolezza ed Equanimità, iniziando così un ciclo virtuoso di ulteriore purificazione e così via.

Molte saggezze non cristiane imputano proprio alla energia stipata nell’inconscio sotto forma di semi condizionanti fortissimi la causa delle nostre continue rinascite nel campo della identificazione e della sofferenza.

In questa speciale vita di umani abbiamo la grande opportunità e la liberta di poter scegliere di sentire pienamente le nostre sensazioni, senza nasconderle perché troppo piacevoli o troppo spiacevoli, evitando di ricacciarle nell’inconscio, ma lasciando che si dissipino e si sciolgano nella vacuità del momento presente.

In questo delicato momento di consapevolezza e di scelta non reattiva, si ha la possibilità di rompere il ciclo dei condizionamenti autogeneranti (azione reattive e acquisizione di ulteriore condizionamento e reattività).

Questo è il significato profondo del detto “la verità vi renderà liberi”.

Che tutti gli esseri progrediscano nella leggerezza

Che tutti gli esseri siano felici nell’amore senza condizioni!

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